Il romanzo-biografia di Jean Echenoz su Nikola Tesla a settant’anni dalla morte dell’inventore serbo
Lampi di genio
La vita dissipata di uno dei più grandi e dimenticati scienziati dell’era elettrica
Ci sono persone che entrano nelle nostre vite in punta di piedi, silenziose come scassinatori e che silenziose ci accompagnano per tutta la nostra esistenza. Sono lì, mute presenze eteree che noi noi non vediamo, non sentiamo e delle quali spesso non conosciamo nemmeno il nome, ma che in qualche modo si accomodano nelle nostre vite con le loro opere, i loro pensieri, le loro scoperte o invenzioni. E’ di uno di questi “fantasmi” che scrive Jean Echenoz nel suo romanzo-biografia Lampi (Adelphi, Fabula, 2012) sulla vita di Nikola Tesla, del quale è appena ricorso il settantesimo anniversario della morte. La vita dell’ingegnere serbo viene sorvolata dall’alto, toccando solamente i punti salienti necessari per spiegare l’ascesa potenziale e la decadenza effettiva del pioniere dell’energia elettrica; la partenza verso un occidente economicamente più preparato alla svolta elettrica, il bisogno di mantenere il focus sulla sua idea senza interventi esterni, il disinteresse per il denaro, l’odio suscitato negli avversari dal suo genio. La narrazione di Echenoz evita di calarsi nella psicologia del personaggio; evita anche i discorsi diretti, limitandosi a riferire gli avvenimenti, evita addirittura – massimo del distacco – di usare il vero nome del protagonista adottando per lui un nome di fantasia, Gregor. Lo scrittore francese non è nuovo a tali biografie romanzate; come già in Ravel e Correre lo spunto è il personaggio reale e la biografia, con qualche leggero intervento personale, a contorno, che però non muta la sua personale visione da un piano più alto della Storia. E Nikola Tesla, da quel punto più alto, forse ci guarda sorridendo ogni volta che utilizziamo alcune delle sue creature; la corrente alternata, le lampade al neon o il telecomando.
31/01/2013 Federico De Carli
|
|
La salvalibri 