IL FUTURO OGGI

La nuova tecnologia incrementa l’efficienza e abbassa i costi

In arrivo il pannello olografico

L’Apollon GmbH e la Solar Bankers in procinto di avviare la produzione dei nuovi pannelli

A quanto pare due società, la tedesca Apollon GmbH e l’americana Solar Bankers, si stanno organizzando per avviare la produzione dei pannelli fotovoltaici con lamina olografica. Questa decisione sarebbe stata presa dopo l’esito positivo che ha avuto la sperimentazione del prototipo presso un’azienda spagnola, l’Istituto Holografico Andaluz. Secondo i ricercatori, infatti, è stato possibile raggiungere un’efficienza del 28% rispetto al 17% circa dei pannelli attualmente in commercio. Le due società, inoltre, hanno puntato tutto sul silicio per due motivi: il silicio è uno dei materiali più abbondanti nella crosta terrestre e in più perché è economico.

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Per raggiungere tale efficienza, sulla classica base di silicio del pannello solare è stata aggiunta una lamina olografica, aumentandone la capacità angolare, spettrale e spaziale del materiale durante l’assorbimento della luce. Questo sistema, contrariamente ai moduli fotovoltaici di oggi, richiede una quantità inferiore di silicio.

Per realizzare questa tecnologia non occorre un dispendio elevato di risorse e pertanto si tratta di un procedimento economico. I nuovi pannelli possono essere fabbricati in Germania o negli Stati Uniti ad un costo inferiore rispetto ai pannelli attualmente fabbricati in Cina.

È da augurarsi che le imprese italiane del settore abbiano preso atto di questo cambiamento (sono previste forti ripercussioni sul mercato del fotovoltaico e pertanto conseguenze nel commercio dei pannelli tradizionali) e investito nell’avviare analoghe sperimentazioni.

Stefano A. Narciso

Siti di riferimento: http://energia.ecoseven.net

http://greenme.it

http://energia.supermoney.eu

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Con le rinnovabili l’isola combatte la crisi

L’Islanda 100% energia rinnovabile

Solo piccole isole e stati-arcipelago erano riusciti nell’impresa

Nel giro di pochi anni l’Islanda è riuscita, nonostante sia stata una delle prime vittime della crisi finanziaria globale, a coprire il fabbisogno energetico dell’intera isola con le fonti rinnovabili. Il Paese fu devastato da numerosi fallimenti bancari e ha dovuto superare molti problemi di carattere politico-economico. Eppure l’isola ancora oggi riesce a mantenere alti gli standard di vita grazie anche alla sua indipendenza energetica. Finora ci erano riuscite solo le piccole isole e stati-arcipelago nell’impresa di ricoprire il fabbisogno energetico interno.

L’Islanda attualmente può permettersi il lusso di esportare energia ai paesi il cui fabbisogno è maggiore (rivende nel Regno Unito tramite il cavo sottomarino più lungo del mondo il proprio surplus).

L’Italia attualmente ha un piano energetico anni luce indietro se paragonato a quello islandese. Tuttavia, l’esempio islandese è sicuramente un modello da copiare che potrebbe risollevarci dalla crisi e portare moltissimi posti di lavoro.

L’isola ricava oggi circa il 75% della sua energia dall’idroelettrico e il 25% dal geotermico. Ciò fornisce anche circa l’87% della domanda per l’acqua calda e riscaldamento. Gli islandesi, inoltre, non intendono fermarsi al geotermico:  sono in piena ricerca di varie possibilità per quanto riguarda lo sfruttamento dell’ idrogeno.   In conclusione, l’obiettivo resta quello di liberarsi dalla dipendenza del petrolio entro il 2040.

Tanta indipendenza energetica ha portato benefici in termini industriali. L’Islanda ha infatti attirato tutte quelle industrie notoriamente avide di energia  a prezzi convenienti e soprattutto stabili. Molte sono le aziende in Italia che hanno dovuto chiudere battenti a causa dei nostri pesanti costi energetici.

Stefano A. Narciso

Siti di riferimento: http://www.risparmiodienergia.it/

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