SCRIVERE, PERCHE’

La scrittura è il volo di penna che plana sul foglio, ma è solo un’illusione. Il volo della parola nasce da un contatto unico e fortuito, anzi no, fortuito non è. È duramente e caparbiamente cercato dalle anime che tentano il sollievo, dovunque e comunque sia. Parliamo ti prego parliamo, e questo viatico è la sola via di fuga per uscire dal muro gommoso del silenzio.

Si parla con il foglio, si parla con se stessi, si parla con il mondo in una silenziosa preghiera all’Assoluto che ha deciso (quale privilegio…) di mettersi in contatto con noi, di guardare sotto la soglia di bandoni di ferro, di tetti cementificati e di tende alle finestre per trovarci, per recuperare l’umano e concedere la grazia della parola.

Io scrivo per salvarmi in fin dei conti, per amare e non morire,per fissare nello spazio queste parole che come i miei figli non mi appartengono. Scrivo perchè poi getto dimentico e distruggo ma conservo il ricordo di una mia brevissima immortalità che ricordo -e scordo- ogni volta.

Lo scrivere è il brillio di una mina sulla soglia della miniera. Scintilla il miracolo e l’esigenza, la necessità di entrare o uscire, si scrive dovunque come si mormorano preghiere, l’esigenza umana della scrittura non si sopprime con tirannie o miserie, che ci siano carestie o persecuzioni. Si scrive su lenzuola e su muri bianchi, sui tronchi d’alberi e sulla terra di un’aiuola, ho trovato scrittura su porte di Modica e nel retro sedile di un pullman.
Si scrive.
Si ferma l’emozione che è già scivolata via per lasciare il posto ad altro, una successione di crescita come l’avvicendarsi delle stagioni. Eterne.

561016_3908138336466_1339243497_n