4 E 5 MAGGIO A ROMA LA FESTA DEL LIBRO – IMMERSIONI LIBRI

4 e 5 maggio 2013

pressoil Coworking SPQwoRk

Via di Portonaccio 23b – Roma

Stanza 101 Agenzia di Comunicazione e Libra 2.0 presentano: Immersioni Libri, sabato 4 e domenica 5 maggio 2013 presso il Coworking SPQwoRk, in via di Portonaccio 23b. Due giornate per tuffarsi nel mondo della lettura e della scrittura, con un ampio spazio dedicato alle case editrici e al bookcrossing, incontri con scrittori e fumettisti, laboratorio poetico per bambini, musica live, workshop, reading e tantissimi ospiti: la scrittrice Isabella Borghese che presenterà il suo nuovo romanzo Dalla sua parte; Bruno Ballardini, esperto di comunicazione, saggista e blogger de Il Fatto Quotidiano, la Scuola Internazionale di Comics, Vincenzo Sparagna, direttore delle riviste Frigidaire e Il Nuovo Male, il fumettista Toni Bruno. Da non dimenticare la musica live dei Malo, con il loro ultimo disco Il bene e il Malo, e della musicista Alice Clarini. Le Associazioni Culturali Monteverde Legge e Libra 2.0 ci racconteranno il loro impegno di promozione alla lettura. Davide Cortese terrà ABRA PALABRA un reading poetico a due voci con Monica Maggi.

Durante le due giornate, tutti i visitatori potranno scambiare i propri libri con quelli esposti nell’allestimento del Coworking, grazie alla campagna: Tuffati nello scambio…porta un libro anche tu!

 Lo spazio industrial del Coworking SPQwoRk di Via di Portonaccio, sarà anche la cornice del workshopGli strumenti di web marketing per le case editrici a cura dall’Agenzia di Comunicazione Stanza 101, e del workshop Dalla Stampa ai caratteri mobilia cura della Stamperia del Tevere.

 Immersioni Libri fa parte de Il maggio dei libri, campagna nazionale promossa dal Centro per il libro e la lettura del Ministero per i Beni e le Attività Culturali in collaborazione con l’Associazione Italiana Editori, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.

 

Per info e contatti:

Ufficio Stampa Stanza 101 Multimedia Service

ufficiostampa@stanza101.it – tel. 339 3551343

Locandina_Immersioni (2)

DOMENICA 28 APRILE LA CULTURA RADDOPPIA A RADIO WUONZ

presentazione di IL SENSO INTERNO DEL TEMPO e IL BRUCO DALLE UOVA D’ORO.

Una serata all’insegna di una cultura ad alto livello: la spiritualità di MONICA PECCOLO e le indagini coraggiose di DANIELE PORRETTA.

Reading, booktrailer, anche un po’ di musica: RADIO WUONZ CLUB vi aspetta domani dalle 19.30 per una serata coinvolgente e d’attualità.

 

RADIO WUONZ CLUB

Roma, Via Nemorense 145

dalle 19.30

INGRESSO LIBERO
il senso interno del tempo bruco

 

IL FUTURO OGGI

Le ultime ipotesi sul melafonino di nuova generazione
Una visione sull’iPhone 6
Tra le ipotesi tre dispositivi e tanti nuovi feature

Sono diverse le caratteristiche che potrebbe presentare il nuovo iPhone 6 in uscita prossimamente. L’Apple, infatti, avrebbe puntato sull’uscita di ben tre dispositivi nuovi per spiazzare la concorrenza. Per soddisfare l’esigenza e la disponibilità economica dei vari clienti l’azienda della mela morsicata avrebbe deciso di inserire nel mercato un iPhone low cost, l’iPhone 5S (un dispositivo migliorato sul lato software) e l’iPhone 6 (più costoso ed avanzato tecnologicamente).

Per restare al passo dei competitor, l’azienda del famoso melafonino (secondo l’analista Topeka Capital Markets, Brian White) non può più permettersi di presentare un solo modello alla volta, com’era di sua tradizione. Pertanto, questa volta, la scelta sarà più vasta come le novitá.

Tra i tanti cambiamenti potrebbe arrivare un miglioramento importante relativamente all’autonomia della batteria che sarà anche più sottile. Sono previsti passi in avanti anche nella tecnologia NFC (Near Field Comunication), la quale potrà essere utile anche per effettuare pagamenti via smartphone. L’azienda a marchio Mela, inoltre, potrebbe rendere virtuale il tasto Home sul nuovo iPhone (anche sui successivi iPad) per consentire un accesso facilitato e sempre più rapido.

Secondo molti esperti, invece, la novità più grande consisterebbe nella presentazione di un nuovo schermo. Le ipotesi sono diverse e poco chiare perché ancora in fase di progettazione. Potrebbe essere lo schermo flessibile il killer feature del nuovo iPhone 6 ma secondo alcuni anche il meno probabile da realizzare. Tutte queste novità preannunciate nei mesi scorsi da diverse fonti saranno disponibili entro il 2014.

Stefano A. Narciso

Siti di riferimento: http://www.webmasterpoint.org/news/iphone-6-le-caratteristiche-innovative-trapelate_p51469.html

http://mobile.excite.it/iphone-6-non-uno-ma-ben-tre-modelli-in-arrivo-N137332.html

http://www.mela10.it/iphone-6-con-schermo-retina-flessibile-parliamone-15249.html

CARO CANDIDATO SINDACO, QUESTA E’ UNA CITTA’ CHE NON SAI…(dopo Pagine Viaggianti)

Caro Candidato Sindaco,
vorrei raccontare quello che ho visto e vissuto in dodici ore, io e più di trenta persone, tutti volontari che hanno investito una giornata nell’amore per la cultura.
Vorrei raccontarlo perché è difficile che qualcuno venga lì, a guardare cosa accade in un martedì qualsiasi nei sotterranei di due metropolitane.

E’ facile vestirsi da personaggio politico (o noto), annunciare la propria visita e poi dire, promettere, pontificare.
Una metropolitana è qualcosa che scorre nella pancia della gente, E’ la pancia della gente. E’ un grande viscere che accoglie tutti i primi umori di una giornata, facile andare lì con le stellette e poi trovare un’atmosfera quasi natalizia.
Provate ad andare alle sette e mezza, voi, aprire un banchetto e offrire gratis dei libri e proporli solo con la forza di un sorriso e di una passione. Vi accorgerete cosa succede, e di quanta forza e bellezza sono impastati questi esseri umani spesso bistrattati dalla vita, questi romani di Roma e non, che corrono come formiche. Solo così, in modo anonimo e rischioso, in un azzardo di poche parole e un gesto potreste sapere come viviamo noi, che amiamo la cultura e viviamo a Roma.

Di questi romani (e lo siamo tutti, perché stiamo qui) voglio ringraziare il filippino che, pur di prendere l’enciclopedia che gli aveva rapito il cuore, è tornato a casa, ha preso i volumi e ha mantenuto la sua promessa di tornare.
Poi il ragazzo che dalla metro Cornelia ha fatto il giro lungo fino a Santa Maria del Soccorso (1 ora di metro in totale) per scambiare altri libri.
Grazie anche all’attore a tempo perso che è tornato due volte con la busta di plastica e i libri da lasciare per “qualcun altro che ama il giallo come me…” e la signora con il carrello della spesa e decine di Harmony e romanzi vari “Mi hanno salvato la vita durante notti e notti in ospedale, magari fanno del bene ad altri”. O la signora indimenticabile, sicuramente dell’India, che ha preso il suo gattopardo e prima di andar via ha baciato lui sulla copertina, e me sulle guance.

Non sono racconti da libro Cuore, la gente ha cose dure da fare ogni giorno, ma quello che vorrei dire ai signori che non sanno (o forse sanno ma hanno messo da parte) che basta solo un tocco e una voglia vera di sintonizzarsi e tutto si risveglia, tutto prende forma e passione. E allora ti chiedono “quando tornate a rifare una cosa così? E io posso tornare domani a portarvi i miei libri?”

Voglio ringraziare anche i miei “soldati”, un vero esercito di pazzi e innamorati della cultura: Annalisa che aveva detto “sto solo un’ora” ed è rimasta fino alle otto di sera; Marina che ha creato biglietti da visita di Libra a mano su fogli strappati dall’agenda; Rossana che ha percorso chilometri da mattina a sera per passare da una metro alla biblioteca e viceversa; Luigi che si è cammellato di libri da casa; Elisabetta che ha aperto le danze alla Metro B alle otto di mattina; Giuseppe e Dario, chitarra e mandolino; Tommaso (e la sua ragazza) che ha letto poesie imperturbabile e coraggioso; Davide e Bruno che mi hanno dato il cambio al microfono; Jurin e Daniele che hanno tenuto la postazione fino all’ultimo; Rosi a cui non resisteva nessuno, con un motorino in panne che ha fatto resuscitare; Dona che ha retto botta per sei ore; Celeste che si è scapicollata per venire da me; Francesca e Angela e Maurizio, e ancora Francesca e Marino e Andrea, Vito e Maria Grazia distaccati altrove, Mimmo poeta timido, Stefania che non mollava neanche un passante appena sceso dalla scala mobile, Valentina e Leyla e Eva e Stefano con Emanuela e Julie e tutti gli altri che sono passati anche solo un’ora.

E adesso sapete con chi avete a che fare e in quale città noi navighiamo ogni giorno, voi camminate ignari.

 

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Excavation di The Haxan Cloak: ai confini della musica colta

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Una passeggiata nel proprio inconscio

Excavation di The Haxan Cloak: ai confini della musica colta

L’esplorazione degli Inferi (ma senza Virgilio)

The Haxan Cloak - Excavation

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Musica onesta: così la definisce il suo autore. Onesta perché è im-mediata, non mediata dallo strumento musicale, è in linea diretta tra ideazione e esecuzione. Suoni elettronici a margine della musica colta, della quale però sembra mantenere, e contenere, tutte le specifiche del caso. La presenza in nuce di una struttura fondante e a volte il suo apparente allontanamento: ma qui niente è dovuto al caso. Le estremità collimano in una coincidentia oppositorum, come la struttura e la sua assenza. Non è rumorismo, è caos organizzato.

Excavation di The Haxan Cloak è uscito da pochi giorni. L’ascoltatore, dice francamente l’autore, non partecipa all’atto creativo della sua musica. Non è musica composta per piacere e compiacere altri che il suo ideatore. E’ idea fatta musica. Può essere generata, ci dice, anche da suoni concreti, o intuizioni pure melodiche, o ritmiche, ma poi le strade divergono, e si sovrappongono, tutto accade contemporaneamente.

Di certo non è musica d’ascolto, di intrattenimento. Qui la regola imposta dalla gabbia del temperamento equabile (che nella nostra musica occidentale impone l’esclusivo utilizzo dei dodici suoni di una scala, e nient’altro) è ben lontana. Siamo vicini ai territori esplorati dalla musica elettronica accademica, quella di Berio, Maderna, Nono, Stockhausen, dove lo spartito sicuramente assomiglia a quello del famoso Studio II del tedesco. Non più le cinque o dieci linee a delimitare un pentagramma singolo o doppio; qui necessita qualcosa di più prossimo a un sistema di assi cartesiani.

Non mancano certo altri esempi nell’attuale scena musicale del genere (che, per inciso, viene definita Dark ambient): Demdike Stare, Roly Porter, Emptyset, Raime sono solo alcuni, però con questo disco The Haxan Cloak rivolta l’universo come un calzino per guardarci dentro. Non si riesce a vedere correttamente in mezzo alle nebbie dell’inconscio, però è un viaggio catartico che è bene sia fatto da ognuno; per conoscere i limiti delle proprie esistenze, e superarle.

L’intero lavoro si propone come uno scavo mentale, intimistico, alla ricerca delle nostre ancestrali paure. Suoni amniotici, primordiali, atavici. Parola d’ordine sembrerebbe essere assenza, o vacuità. Non mancano le istanze evocative, tutto appare veramente come la soundtrack di un percorso dantesco, all’oscuro di luce e di ragione, senza un timoniere a marcarci la rotta.

Nell’ascolto ci troviamo spesso in un luogo sperduto della nostra immaginazione, una periferia dell’inconscio personale che tutti creiamo in sogno, dove non abbiamo idea di che cosa possa accadere. Ecco le accelerazioni centrifughe e centripete del panorama sonoro elicoidale di Mara, le sirene d’Ulisse che chiamano da lontano, per poi svegliarci bruscamente a nuova realtà in Miste, dall’ambientazione cambiata ma ancor più cupa, se possibile, con le sue microstrutture ripetute e le sue voci strozzate dalla consunzione della pene infernali, i suoni di antichi motori diesel roboanti su un deserto di cristallo e i loro scoppi a scandire il ritmo. Bassi di una gravità estrema, una protomelodia lontana sembra sgorgare dalla cantina del mondo. Tutto poi si sgrana in un ritmo tribale, e in qualche modo risolve.

Rara la presenza di voci, e quando appaiono ricordano la Gesang der Jünglinge di Karlheinz Stockhausen o La fabbrica illuminata di Luigi Nono, come in Consumed, che è colonna sonora imprevedibile colma di guizzi improvvisi, tonfi, colpi, rumori industriali, gocce, sinusoidi sovrapposte e i loro battimenti. C’è una densa attesa per qualcosa che deve avvenire, la dinamica mutevole e brusca ce lo suggerisce con i suoi grumi di significato, siamo all’oscuro sotto una pioggia infernale, droni musicali che volano nell’atmosfera spessa. La struttura si intuisce ma è sfuggente.

I suoni industriali ricorrono anche in Excavation, dove pesanti magli si schiantano su superfici metalliche all’incedere di un arpeggio stocastico e sgocciolato. L’evocazione si è fatta cifra stilistica, in The Mirror Reflecting si aiuta anche con la ritmica dei sonagli che sembrano di un serpente innervosito e con lo stridio di cristalli entrati in risonanza; un crescendo di moduli sovrapposti che tendono alla saturazione aumenta la tensione, poi perdono progressivamente potenza e decadono nella quiete.

Un viaggio, dicevamo; da qualche parte staremo pur andando. In Dieu si avvertono i prodromi della conclusione; frulli d’ali strappate su litanie d’archi, voci off spezzate e incalzate da tuoni metallici, gravi e inquietanti. Ma la catarsi avviene con il brano conclusivo The drop, il più melodico del disco. Si avvertono persino un basso e una melodia, sembra di poter uscire dal bosco dantesco con il ritorno al temperamento equabile. Le melodie si moltiplicano, un glockenspiel elettronico sgocciola note e armoniche tendenti all’infinito, un violino tagliente insegue il basso, incalzante, venuto dal nulla, il suono di un hi-hat chiuso a scandire la ritmica. Ora si riconosce la strada di casa. Possiamo uscire, alla fine, a riveder le stelle.

 21/04/2013 Federico De Carli